Giovanni Battista Casoni "Adorazione dei pastori"

Giovanni Battista Casoni "Adorazione dei pastori"

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giovanni Battista Casoni (Lerici, 1610 - Genova, 1686)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 123 x 148 cm

Collocazione:

SS. Annunziata di Portoria (n. inv. SC0001)

Tipologia:

Dipinto

San Luca è l’unico degli evangelisti a specificare che l’annuncio ai pastori della nascita di Gesù avvenne mentre questi “vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge” (Luca 8,8), mentre si deve a San Giovanni la definizione di Cristo “luce del mondo” (Giovanni 8,12; 9,5) che certamente, al pari della cosiddetta “gran luce che gli occhi non potevano sopportare” così descritta nel Protovangelo di Giacomo (19,2), uniforma e caratterizza non solo il dipinto preso in esame, ma anche illustri precedenti: dalla celeberrima Notte del Correggio alle note sperimentazioni cambiasesche, dalla pala di Fermo di Rubens fino alle successive declinazioni di scuola locale da Domenico Piola al Gaulli.

Grazie al restauro, condotto dal Laboratorio delle Scuole Pie nel 2007, la tela si presenta oggi in buone condizioni e permette di ragionare con una certa serenità sulla sua esecuzione.

Come autore si era inizialmente proposto il nome di Domenico Fiasella che certamente nei suoi anni romani ebbe la possibilità di apprezzare molte opere “a lume di notte” realizzate da artisti d’oltralpe presenti a Roma negli stessi anni, come Van Baburen, Van Honthorst, Terbrugghen, compresa la pala destinata a Fermo a cui Rubens lavorava nella primavera del 1608. In particolare questo contatto sembra dimostrato da un piccolo dipinto, reso noto da Piero Boccardo e Anna Orlando, dove al di là del soggetto iconografico la vera protagonista è proprio l’atmosfera notturna e dove è possibile scovare un pastore “nella posizione semigenuflessa di ascendenza cambiasesca, ma aggiornata sulla corrispondente figura rubensiana da cui sono ripresi, ribaltandoli, anche lo sguardo e il gesto del fanciullo che gli è accanto”. E così nello stesso modo anche nell’opera in esame, molto simile per impaginazione al piccolo dipinto di collezione privata, è possibile rintracciare simili echi figurativi: si noti la figura sulla destra intenta a indicare, mentre a sinistra si riconosce san Giuseppe che si appoggia al bastone e al centro la luce di Cristo Salvatore venuto al mondo, contemplato dalla Vergine che, nell’opera qui esposta, non solleva raffaellescamente il velo, ma cinge amorevolmente la culla di paglia in cui il Bambino è adagiato.

Nonostante questa ragionevole proposta attributiva, pare appropriato non tralasciare il possibile ruolo giocato da Giovanni Battista Casoni, il più abile e fedele collaboratore di Fiasella, in virtù di una pennellata visibilmente più mossa e sfrangiata se paragonata alle consuete soluzioni del Sarzana, di lumeggiature epidermiche particolarmente efficaci e capaci di modellare dolcemente le forme, di un segno scavato utile a segnare le espressioni dei pastori e di una tipica incertezza volumetrica con cui di frequente il Casoni descrive le sue figure. Anche le qualità fisiognomiche del volto della Vergine Maria appaiono distanti dai noti e sodi prototipi fiaselleschi e semmai più prossime ad alcune tele attribuite ormai con certezza al discepolo.

Quando l’opera venne donata nel 2002 ai Frati Cappuccini era registrata come copia da Van Honthorst, senza alcun riferimento alla scuola locale che invece pare, senza dubbio, il contenitore più giusto a cui far riferimento. Una cronologia esecutiva tra quinto e sesto decennio del XVII secolo sembra inoltre avvalorare la possibilità di trovarsi dinnanzi a un’opera del Casoni, memore dei modi fiaselleschi declinati però con una certa autonomia di forme e resa pittorica.