Chiesa Santa Caterina

Santa Caterina ieri

Sin dall'anno della fondazione, il 1488, la chiesa e il convento di Santa Caterina sono sempre stati legati strettamente al vicino ospedale di Pammatone, anche dal punto di vista architettonico: un passaggio collegava tra loro gli antichi edifici.

Il nome

La chiesa della Ss. Annunziata di Portoria fu chiamata così perché vicina al popoloso quartiere omonimo. Definita anche "Annunziata Vecchia" e "Nunziatella" per distinguerla dall'Annunziata del Vastato, sorta posteriormente e di dimensioni più grandi, essa è però da sempre conosciuta fra il popolo come Chiesa di Santa Caterina, perché vi si conserva il corpo incorrotto della grande Santa genovese.

L'accesso

Un tempo preceduta da una solitaria piazzetta settecentesca chiusa da una cancellata, la chiesa oggi è sovrastata e nascosta dalla mole del Palazzo di Giustizia, che incombe sulla breve scalinata che sale da via Bartolomeo Bosco e sul piccolo spiazzo d'accesso. Su questo si affacciano l'ingresso del convento dei frati cappuccini, decorato da una lunetta in ardesia con le Stimmate di San Francesco e la data di fondazione (8 giugno 1488) voluta da padre Angelo da Chivasso contemporaneo di Santa Caterina, l'entrata della cappella superiore o Deposito che custodiva il corpo incorrotto di Santa Caterina e il bel portale rinascimentale della chiesa, la quale ha anche un secondo ingresso sulla spianata dell'Acquasola.

La visita guidata

Unico nel suo genere in tutta la città, il doppio portale in marmo di fattura rinascimentale, con capitelli a fogli di acanto e lesene con testine di frati, opera del lombardo Antonio Piuma risale al 1521, è sormontato dal bassorilievo ovale dell'Annunciazione di Francesco Maria Schiaffino.

L'interno della chiesa, promossa nel 1488 dai Frati Minori Osservanti guidati dal Beato Angelo Carletti da Chivasso (fondatore anche del Monte di Pietà genovese), è strutturato in tre navate sorrette da pilastri in laterizio ed è stato definito "il grande cantiere del Cinquecento" per via della rosa di artisti che lavorarono alla sua preziosa decorazione.

L'Altare Maggiore, voluto dal nobile Battista Grimaldi, che lo fece costruire nel 1563 dove volle essere sepolto, è uno dei più belli nel suo genere. Tutto in marmo, di leggiadro stile barocco, porta il pregevole Crocifisso ligneo cinquecentesco di Giambattista Gaggini da Bissone detto il Veneziano. La tela nell'abside con l'Annunciazione, titolare della chiesa, e i due quadri alle pareti laterali, con la Chiamata degli Eletti e la Cacciata dei reprobi, sono opera di Luca Cambiaso. Nel catino absidale, la medaglia con il Cristo Giudice circondato da angeli sorreggenti i simboli della Passione e i peducci con i quattro Evangelisti sono stati affrescati da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco.

Il Mausoleo di Santa Caterina conserva ed espone alla devozione dei fedeli il corpo miracolosamente incorrotto di "domina Catalinetta" Fieschi Adorno, morta nel 1510 dopo una vita dedicata alla cura dei malati dell'attiguo ospedale di Pammatone e dichiarata Santa nel 1737. L'urna settecentesca in bronzo e cristallo è sorretta dal complesso in marmo di Carrara realizzato nel 1738 da Francesco Maria Schiaffino, strutturato nell'altare con quattro statue che simboleggiano l'Amor divino e la Fortezza, l'Ubbedienza e la Penitenza. Il tabernacolo, le figurine decorative e i candelabri sono di Ignazio Peschiera, e risalgono ai primi anni del XIX secolo quando venne ristrutturata la Chiesa.

Posto in precedenza nella cappella superiore, o Deposito di Santa Caterina, dal 1960 il mausoleo si trova nella terza cappella a destra guardando l’altare, fondata da Francesco Pallavicino nel 1490 e affrescata da Pantaleo Calvi con Dio Padre nel voltino e Profeti ed Evangelisti nei peducci. Le due tele alle pareti, rappresentanti il Passaggio del Mar Rosso e l’Adorazione dei Re Magi, sono anonime.

La volta della chiesa risplende del Trionfo di Santa Caterina, affrescato nel grande medaglione centrale da Giuseppe Passano nel 1837. La Santa è portata in gloria e attorniata dai suoi devoti: il beato Angelo da Chivasso, il beato Bernardino da Feltre, San Francesco di Sales, san Roberto Bellarmino, san Luigi Gonzaga, sant'Andrea Avellino, la venerabile Maddalena di san Giuseppe, suor Caterina del Gesù, la beata Maria dell'incarnazione. Due medaglie minori in chiaroscuro di F. Ballino rappresentano la Morte di Ettore Vernazza e la Venerabile Battistina Vernazza che ammaestra le monache. Lungo il cornicione Oldoino Multedo ha effigiato in ovali i Santi della carità: San Vincenzo de' Paoli, San Francesco d'Assisi, San Giovanni Battista de' Rossi, San Camillo de Lellis, san Giovanni di Dio, San Rocco, San Carlo Borromeo e San Filippo Neri.

Ritornando al portale d'ingresso e riprendendo il percorso, partendo da destra s’incontra subito la cappella della conversione di Santa Caterina (prima cappella a destra), con un altare di reimpiego con quattro colonne di marmo nero di Como e all'ancona una tela del XVII secolo di Pietro Raimondi che raffigura l'Apparizione di Cristo a Santa Caterina. Alla parete, Transito di Santa Caterina di Carlo Giuseppe Ratti.

La cappella della Madonna Assunta porta opere attribuite al pittore cinquecentesco Andrea Semino: sull'altare ancona con l'Assunzione della Vergine, nella volta Incoronazione di Maria e nelle lunette Annunciazione e Pastori al presepe. Dopo la cappella con il Mausoleo di Santa Caterina s’incontra la cappella della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, decorata da Andrea Semino con la tavola dell'Adorazione dei pastori sull'altare, l'Annuncio dell'angelo ai pastori e Il sonno di San Giuseppe sulle pareti laterali.

Nella cappella della Madonna Addolorata, un tempo dedicata a Nostra Signora della Misericordia come l'ospedale di Pammatone, una statua in cartapesta dell'Addolorata (Collina Graziani da Faenza, 1893) è posta nella nicchia sovrastante l'altare. Alle pareti: Cristo nell'orto di Luca Cambiaso e Deposizione di Lazzaro Calvi; nelle vele, affreschi di Pantaleo Calvi che rappresentano i profeti Davide, Isaia e Geremia e le sibille Eritrea e Cumana.

Attraversando la chiesa e raggiungendo la navata sinistra all'altezza dell'altare maggiore, s’incontra la cappella di Sant'Antonio, con un altare che risale al 1723 che in origine era dedicato a san Camillo de Lellis. Alle pareti: Visitazione con i S.S. Agostino e Nicola da Tolentino di Aurelio Lomi e San Camillo de Lellis di Domenico Parodi, più due tele laterali di Giuseppe Palmieri con Sant'Antonio che riceve Gesù Bambino fra le braccia e Sant'Antonio che predica ai pesci. Il catino è stato affrescato da Pantaleo Calvi con Profeti e Sibille.

La cappella, vicino alla scala che conduce all'uscita superiore della chiesa, era un tempo dedicata alla Pietà e oggi è occupata dal Battistero. La pila dell'acqua santa è sovrastata da una Discesa dello Spirito Santo, di ignoto; ai lati: Gesù nell'orto confortato dall'angelo, di Giovanni Carlone, e Santa Francesca Romana, di ignoto. Le vele sono state affrescate nel secolo XIX da Oldoino da Multedo con Santi Francescani.

La cappella del Sacro Cuore porta una tela con il Sacro Cuore firmata da Mattia Traverso e datata 1941. Sulle pareti e sulla volta: affreschi riguardanti la Vergine, di Ottavio Ghissoni, che risalgono al secolo XVl.

La cappella dei Re Magi conserva tre notevoli tele cinquecentesche di Luca Cambiaso: l'Adorazione dei Magi sull'altare e le due Figure bibliche con cartigli alle pareti laterali. La statua della Misericordia  è di Giacomo Antonio Ponzonelli.

La cappella di San Francesco d'Assisi, vicino al portale principale, fu fatta edificare dalla famiglia Cambiaso nel 1723. All'altare dalle eleganti colonne in marmo nero a spirale, proveniente dalla distrutta chiesa di Nostra Signora della Pace, la Sacra Famiglia con San Francesco di Domenico Piola, che proviene a sua volta dalla scomparsa chiesa di San Domenico. Alla parete, la Predica di Sant'Antonio al tiranno Ezzelino di Giuseppe Palmieri.

Nell'orchestra il pregiato organo della ditta Bianchi di Novi Ligure risale al 1892; nella volta Giovanni Battista Buffa ha raffigurato una Visione di San Francesco e quattro piccoli ritratti di padri cappuccini benemeriti dei restauri della chiesa.

La cappella superiore o Deposito di Santa Caterina, che si affaccia sulla parte inferiore della chiesa, è raggiungibile attraverso l'ampio scalone settecentesco con ingresso sul piccolo spiazzo esterno. Progettata nel 1737 da Gaetano Cantoni per contenere l'urna col corpo incorrotto della Santa, la grande cappella è stata ornata a chiaroscuro lungo le pareti e sulla volta da Michele Canzio e Girolamo Curti detto il Dentone, le Virtù e i fregi con Santa Caterina rettrice dell'ospedale e Caterina coi discepoli del Divino Amore (a destra), la peste del 1400 coi frati profumieri e Caterina che assiste gli ammalati (a sinistra) sono opera di Francesco Baratta. Nel presbiteri, il tondo della volta con Santa Caterina in gloria, le tele alle pareti con Visione e Miracolo di Santa Caterina e i peducci con figure simboliche sono stati affrescati nel 1822 da Santo Tagliafichi. Sulla parete di fondo la tela con Gesù che appare a Santa Caterina è di bottega del Piola.

La portineria del convento e l'avanzo di chiostro quattrocentesco (nella tipica architettura dei frati dell'Osservanza) conservano un ciclo di affreschi attribuiti a Lorenzo Fassolo (1489), che raffigurano racconti biblici e scene di vita francescana, motivi ornamentali col monogramma di Gesù e medaglioni con costumi del tempo. In sacrestia è stato posto il grande crocefisso, un tempo presente in chiesa, risalente all'epoca di Santa Caterina: la seconda metà del Quattrocento.

Franco Curti, Presepe meccanico

Franco Curti, Presepe meccanico

Franco Curti, Presepe meccanico

Franco Curti, Presepe meccanico

Lazzaro Calvi "Deposizione"

Lazzaro Calvi "Deposizione"

Lazzaro Calvi "Deposizione"

Lazzaro Calvi "Deposizione"

Museo dei Capuccini - Chiesa di Santa Caterina da Genova

Museo dei Capuccini - Chiesa di Santa Caterina da Genova

Museo dei Capuccini - Chiesa di Santa Caterina da Genova

Museo dei Capuccini - Chiesa di Santa Caterina da Genova