L'armatura giapponese

Le dodici armature esposte nella Quinta Galleria rappresentano le principali tipologie dell’armatura giapponese dal XVI al XIX secolo. Complete, fornite di armi e montate su manichini di legno articolabili fabbricati appositamente in Giappone alla fine del XIX secolo, costituiscono una unicità del Museo Chiossone.

L’ascesa della classe dei guerrieri durante il Periodo Heian (794-1185) determinò la nascita dell’armatura yoroi, adatta agli arcieri a cavallo, e la haramaki, una leggera corazza con apertura posteriore usata dai fanti. L’armatura yoroi rappresenta uno stile esclusivamente giapponese: è equipaggiata con salplacci (sode) e piastre protettive per le spalle e completata da un elmo con rinforzo a bugne denominato hoshikabuto, "elmo a stelle". Poiché questa armatura è di dimensioni notevoli e i suoi accessori garantiscono ottima protezione, essa è comunemente detta ōyoroi, "grande armatura".

Durante il periodo del Paese in Guerra (sengoku jidai, 1468-1568) a causa del diffondersi di armi da punta e da fuoco, si cominciò a preferire un tipo di corazza più semplice, fatta di due larghe piastre di ferro o di listelli rivettati in ferro. Si diffuse perciò il moderno equipaggiamento denominato tōseigusoku, formato da corazze con  bracciali, cosciali e gambali, nonché da un elmo molto vistoso detto kawari kabuto.
Nel Periodo Edo (1600-1868) l’armatura divenne spiccatamente ornamentale con accessori estremamente elaborati e perse via via ogni funzione pratica. Più tardi, nel Periodo Meiji (1868-1912) le armature classiche in stile ōyoroi furono riprodotte in ossequio al gusto di rivalutazione dell’antico.