Il Sistema dei Musei Civici genovesi rispecchia significativamente la storia e la cultura della città: solo in parte è frutto delle istituzioni di governo locali, mentre è significativo l’apporto del mecenatismo privato.
Da una donazione hanno infatti origine il Museo di Storia Naturale G. Doria (1867), Palazzo Rosso (1874) e Palazzo Bianco (1892), oggi parte dei Musei di Strada Nuova, il Museo d’Arte Orientale E. Chiossone (1905), il Museo delle Culture del Mondo di Castello D'Albertis (1932) e il Museo Luxoro (1951).
Già le diverse donazioni spiegano la molteplicità di sedi – per lo più prestigiose residenze convertite a uso museale – alle quali nel corso del XX secolo il Comune ne ha aggiunte altre per custodire ed esporre al pubblico adeguatamente altre sezioni delle raccolte civiche venutesi a formare nel frattempo o incrementate da nuove donazioni e acquisti. Hanno avuto così origine la GAM Galleria d’arte moderna (1928), il Museo Navale di Pegli (1929), il Museo del Risorgimento (1934), il Museo di archeologia ligure (1936), il Museo di Sant'Agostino (aperto a più riprese tra 1940 e 1984), il Museo del Tesoro nella Cattedrale di San Lorenzo (1956), il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce (1985), le Raccolte Frugone (1992) e, infine, il Galata Museo del Mare (2004).
Si tratta di un insieme consistente, variegato e complesso, che include anche alcune raccolte specialistiche - numismatica, ceramica, tessili, grafica, topografica, storica – e che conserva un patrimonio inestimabile per ricchezza, qualità, varietà, importanza ed estensione temporale